Non siamo fatti di carta plastificata

Sulla mia scrivania tengo uno specchio ad ingrandimento, a volte lavorando, spostandolo, mi vedo riflessa, nel pieno della mia quotidianità da quarantena: struccata, in tuta e stanca. Il riflesso fa molto contrasto con le immagini che vediamo sui social media, soprattutto durante periodi in cui, bloccati in casa, li usiamo per uscire, passandoci più tempo sopra.

Non ho mai avuto un bel rapporto con la mia pelle, che doveva sempre vivere con il confronto irraggiungibile dei social e il marketing delle case di cosmetica e dermatologia ed estetica. Ma se facciamo tutti così ‘schifo’, non possiamo normalizzare quello?

Mi ha ispirato il fotografo Newyorkese @peterdevito, che ha preso come progetto personale ritrarre persone con difetti estetici o che non rientrano nei canoni di bellezza tradizionali. Una volta che si inizia ad osservare quelle fotografie è difficile smettere, meravigliati da tanta diversità. Ho voluto realizzare un piccolo foto racconto con me, mia sorella e mia madre, per catturare i tratti che non riusciamo ad apprezzare, sperando di far cambiare idea a noi stesse o a qualcun altro.

Prendiamo uno specchio d’ingrandimento, sediamoci vicino a una grande fonte luminosa e guardiamoci. Da vicino. Quello che vediamo non è ‘schifoso’ o  ‘brutto’, quello che vediamo è reale.Intossicati da riviste, pubblicità e fotografie, viviamo nell’illusione dettata da programmi professionali per ritocchi e luci professionali. La verità delle cose è diversa. Ci siamo lasciati credere che la perfezione e l’uomo fossero due cose compatibili. Dimenticandoci che in quanto creature viventi siamo mutevoli, alterabili, difettosi e imperfetti. Nessuna crema o trattamento potrà cambiarlo. ed è giusto così. Una volta accettato questo, bisogna rimparare ad accettarci.

Proviamo vergogna per parti naturali del nostro corpo con cui nasciamo e che crescono per un motivo. Dimenticandoci che il corpo non è solo estetica.

– Chiara Migliari

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